Stimolazione Magnetica Transcranica (TMS)
Stimolazione Magnetica Transcranica: 35 anni di uso clinico e consolidamento dell’efficacia nel mondo.
La stimolazione magnetica era una metodica già largamente in uso negli ospedali e nelle strutture ambulatoriali con scopi diagnostici quando Anthony Barker (Università di Sheffield, UK) nel 1985 (Barker et al., 1985) l’ha introdotto come strumento non invasivo per uso clinico.
Il Prof. Stefano Pallanti utilizza le Terapie di Neuromodulazione, TMS e tDCS dal 2005; Follow-up clinici positivi di questi 15 anni hanno dimostrato l’efficacia della terapia, così come pubblicato su PubMed: un motore di ricerca di letteratura scientifica biomedica, prodotto dal National Center for Biotechnology Information (NCBI) dei National Institutes of Health (NIH) degli Stati Uniti dal 1949.
In Italia solo da pochi anni (siamo ora nel 2020) sono stati avviati centri dedicati alla TMS.
La TMS e le terapie di Neuromodulazione promuovono il processo di formazione di nuove cellule nervose del cervello: cioè vanno ad aumentare la plasticità neuronale favorendo la replicazione dei neuroni e la creazione di nuove connessioni (sinapsi) fra di essi.
L’utilizzo in neurologia, neurofisiologia clinica e psichiatria è andato diffondendosi sempre di più, sia nel campo della ricerca sia con finalità più strettamente cliniche (George e Bellmaker, 2000).
Nel 2008 la TMS ha ottenuto l’approvazione della Food and Drug Administration negli USA per il trattamento della Depressione Resistente, e nel 2018 per il trattamento del Disturbo Ossessivo-Compulsivo. Sono in atto grandi studi clinici nell’ambito di diverse discipline e in diverse condizioni; per questo ci sono sempre più evidenze cliniche riguardo l’efficacia della TMS e Terapie di Neuromodulazione.