Ludopatia: la nuova cura studiata dall'Istituto di Neuroscienze
Una nuova ricerca dell'Istituto di Neuroscienze condotta in collaborazione con l'Harvard University e finanziata dal National Institute of Health (NIH) apre la strada a un trattamento innovativo ed efficace per il gioco d'azzardo patologico.
Lo studio dell'Istituto di Neuroscienze ― Alla ricerca di cure efficaci per la ludopatia
Il Disturbo da Gioco d'Azzardo (Ludopatia) rappresenta un serio problema di salute pubblica a causa delle sue conseguenze negative molto impattanti per gli individui colpiti e i costi sociali significativi che ne derivano.
A contribuire notevolmente all'impatto negativo legato a questa condizione, si aggiunge anche la mancanza di terapie approvate dalla Food and Drug Administration (FDA) per la cura della ludopatia. In considerazione di ciò, si è reso necessario esplorare interventi innovativi diversi dal tradizionale approccio farmacologico.
Un recente studio rivoluzionario condotto dall'Istituto di Neuroscienze del Prof. Pallanti in collaborazione con l'Università di Harvard e finanziato dal National Institute of Health (NIH) ha gettato luce sull'efficacia di una terapia innovativa non-farmacologica per la cura della ludopatia: la Stimolazione Magnetica Transcranica (TMS).
Stimolazione Magnetica Transcranica (TMS) ― Una cura efficace per la ludopatia
Lo studio condotto dall'Istituto di Neuroscienze rappresenta un passo avanti significativo nel campo della ricerca sulla ludopatia, poiché è il primo trial controllato di Stimolazione Magnetica Transcranica (TMS) confrontata con una condizione di placebo sul disturbo da gioco d'azzardo, uno studio mai pubblicato al mondo prima d'ora.
La TMS è una Tecnica di Neuromodulazione non invasiva che mira a influenzare i circuiti cerebrali coinvolti nella dipendenza da gioco d'azzardo. Nel corso dello studio condotto dall'Istituto di Neuroscienze, 29 pazienti con una diagnosi di Disturbo da Gioco d'Azzardo sono stati assegnati in modo casuale a ricevere una stimolazione reale o fittizia.
Nel gruppo sottoposto a stimolazione reale, i partecipanti hanno ricevuto dieci sessioni di un particolare protocollo di Stimolazione Magnetica Transcranica ― Theta Burst Stimulation continua (cTBS) ― sull'area motoria presupplementare (pre-SMA), una regione del cervello la cui attività appare essere legata alla dipendenza da gioco d'azzardo.
Grazie ai risultati ottenuti dalle valutazioni effettuate prima dell'inizio del trattamento e al termine delle sessioni di stimolazione, è stato possibile evidenziare come il protocollo di trattamento usato sia stato in grado di ridurre significativamente i sintomi della ludopatia nel gruppo che ha ricevuto la stimolazione reale, dimostrando quindi la possibile efficacia della TMS come cura per la ludopatia. La valutazione dei cambiamenti è stata possibile grazie alla scala PG-YBOCS, uno strumento di valutazione creato dal Prof. Stefano Pallanti adattando la Yale-Brown Obsessive-Compulsive Scale sul Disturbo da Gioco d’Azzardo.
Una svolta nella cura della ludopatia
Lo studio condotto dall'Istituto di Neuroscienze in collaborazione con l'Università di Harvard rappresenta una pietra miliare nell'ambito della ricerca sulla ludopatia. La TMS si è infatti dimostrata un approccio efficace per affrontare una delle dimensioni principali del gioco d'azzardo patologico: il desiderio incontrollabile di giocare (craving).
In un contesto in cui non esistono terapie approvate dalla Food and Drug Administration (FDA) per la cura della ludopatia, la scoperta raggiunta dalla ricerca dell'Istituto di Neuroscienze rappresenta una novità rivoluzionaria e offre una nuova speranza per tutti coloro che soffrono di dipendenza dal gioco d'azzardo.
Questa ricerca apre quindi la strada a un nuovo promettente metodo di trattamento per il Disturbo da Gioco d'Azzardo, una condizione che continua ad avere un impatto significativo sulla vita degli individui colpiti, le loro famiglie e la società intera.
Il riconoscimento internazionale dello studio
L'importanza dello studio condotto dall'Istituto di Neuroscienze è ulteriormente evidenziata dal fatto che è stato finanziato dal National Institute of Health (NIH) con un Grant NIMH, un riconoscimento raro e prestigioso che raramente si verifica al di fuori degli Stati Uniti.
Inoltre, la ricerca è frutto di un'importante collaborazione dell'Istituto di Neuroscienze con l'Università di Harvard ed è stata pubblicata su una rivista di alto impatto con un H-index superiore a 11, confermando l'importanza dei risultati ottenuti.