Disturbo da Gioco d’Azzardo
Ancora troppe poche persone conoscono i rischi collegati al Gioco d'Azzzardo e ancora meno sanno che il Disturbo da Gioco d'Azzardo si può curare.
Presso l'Istituto di Neuroscienze offriamo programmi terapeutici personalizzati che integrano l’aiuto psicologico, la terapia farmacologica e le Terapie di Neuromodulazione.
Il Gioco d’Azzardo, quando non si riesce più a frenare, diventa una droga senza droga, una sostanza che non si vede. Ancora troppe poche persone conoscono i rischi collegati a questo disturbo e sanno che si può curare, non solo con l’aiuto psicologico ma anche con farmaci e con le Terapie di Neuromodulazione.
Nella tradizione Italiana giocare con i soldi è normale: in famiglia anche bambini piccoli capita che giochino con soldi veri. Diversamente, all’estero, si gioca con soldi finti.
Chi è già abituato a giocare per soldi in famiglia, è facile che allarghi il suo sguardo su proposte facilmente accessibili come quelle rappresentate da prodotti come il Gratta e Vinci o dalla Lotteria Istantanea: giochi che trova reperibili magari nella ricevitoria, nella tabaccheria o al bar accanto a casa. Esistono ormai copiose anche delle vere e proprie sale giochi con slot machine, disponibili anche in digitale, facilmente raggiungibili su internet. Non ultimi ci sono i casinò, che rimangono una meta turistica molto ambita, COVID permettendo.
L’Istituto Superiore di Sanità ha pubblicato il risultato della ricerca nel 2018: “Il 36,4% degli italiani ha giocato d’azzardo almeno una volta nei 12 mesi antecedenti l’intervista. Il gioco d’azzardo nell’ultimo anno ha interessato quasi un uomo su due e una donna su tre”.
Oltre ad un numero di persone che giocano saltuariamente si è evidenziato che esistono anche soggetti che divengono molto rapidamente dipendenti: nella ricerca dell’Istituto Superiore di Sanità che vi proponiamo sopra, si parla di una stima di 1 milione e mezzo di persone soltanto in Italia.
Nel DSM-5, il disturbo da gioco d’azzardo è stato collocato nel capitolo delle dipendenze (nel DSM IV era invece inserito nel capitolo degli Impulse-Control Disorder) sulla base delle evidenze neurobiologiche e di neuroimaging che evidenziano come vi siano importanti aree di sovrapposizione fra il disfunzionamento di alcuni circuiti cerebrali nelle dipendenza da droghe ed il disturbo da Gioco d’Azzardo. In particolare, sembra essere centrale l’attivazione dei sistemi della ricompensa (reward).
Anche la denominazione del disturbo ha subito una modifica: da “gioco d’azzardo patologico” a “disturbo da gioco d’azzardo”, eliminando così qualsivoglia distinzione tra una diagnosi di abuso e una di dipendenza, unificandole in una sindrome caratterizzata da diversi livelli di gravità.
La prevalenza del disturbo da gioco d’azzardo si attesta tra lo 0,4% e l’1% nella popolazione generale.
Nel caso del disturbo da gioco d’azzardo, infatti, si presenta un comportamento di gioco mal adattivo, persistente e ricorrente, che si ripercuote a livello personale, familiare o vocazionale.
Spesso si verifica anche un pattern per cui il soggetto tenta di rimediare alle perdite, finendo spesso per giocare ancora di più. Molti soggetti mentono frequentemente alla famiglia, agli amici, al terapeuta per nascondere il proprio problema con il gioco d’azzardo, celando soprattutto i comportamenti di natura illegale che mettono in atto come conseguenza del gioco.
La comorbidità è molto elevata con i disturbi da uso di sostanze, i disturbi depressivi, i disturbi d’ansia e quelli di personalità. Il gioco d’azzardo si associa inoltre a un peggior stato di salute generale, e alcune diagnosi mediche come l’angina e la tachicardia sono più frequenti in questa popolazione.
(estratto in parte da Psichiatria e salute comportamentale, Stefano Pallanti, 2020)
Trattamento
Supporto psicologico e motivazionale
Terapia Farmacologica
Terapia di Neuromodulazione: Stimolazione Magnetica Transcranica
Nutraceutica
Servizi di supporto familiare
Terapie di neuromodulazione
Stimolazione Magnetica Transcranica (TMS)
La Stimolazione Magnetica Transcranica (TMS) rappresenta una terapia non-invasiva e non-farmacologica che utilizza il campo magnetico per stimolare o inibire specifiche aree cerebrali, dimostrandosi altamente efficace per la cura di molti disturbi, tra cui la Depressione Resistente e il Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC).
Stimolazione Transcranica a Corrente Diretta (tDCS)
Una terapia di neuromodulazione completamente indolore e particolarmente adatta ai bambini per l'elevata libertà di movimento che consente, utilizzata in numerosi ambiti di trattamento e di riabilitazione.
Credenziali
Il Prof. Stefano Pallanti è uno dei maggiori studiosi e esperti delle patologie da dipendenze comportamentali.
Nel 2017 Il Prof. Stefano Pallanti ha vinto un importante grant finanziato dal National Institutes of Health, la prima al mondo che metta insieme il metodo di stimolazione magnetica (TMS) per fare ricerca e terapia allo stesso tempo. La patologia da curare è la dipendenza dal gioco d’azzardo. (dal Corriere Fiorentino del 13 Ottobre 2017). La rivista UPDATE del Montefiore Medical Center dell’Albert Einstein School of Medicine l’ha riportato nel Dicembre 2017.
Già nel 1998 aveva intrapreso la ricerca e la cura del Disturbo da Gioco d’Azzardo quando su di esso non si sapeva quasi niente. Nel 1999 ne ha parlato il giornale Cinquantamila.it
Il Prof. Pallanti è autore del PG-YBOCS, uno strumento di valutazione adattato dal Yale-Brown Obsessive-Compulsive Scale sulle Dipendenze Comportamentali e Pathological gambling.
Dal Gennaio 2019 Il Prof. Pallanti è un faculty del Training School at Clare College, Cambridge University, UK per l’European Network for Problematic Usage of the Internet. La scuola è costituito da un gruppo di ricercatori esperti sulle nuove dipendenze.
Potete vedere i risultati delle più recente ricerche (anche quelli del Prof. Stefano Pallanti) registrandovi su questo sito.
Il Prof. Pallanti, inoltre, è Editor in Chief dell’Archive of Behavioral Addiction.