Le terapie di neuromodulazione
Le terapie di neuromodulazione rappresentano un'alternativa vantaggiosa alle cure mediche tradizionali perché possono essere combinate tra di loro e associate a ulteriori terapie mediche e psicologiche allo scopo di ottenere un trattamento altamente personalizzato.
Inoltre, sono prive di effetti collaterali. Leggi di più in questa pagina!
Che cosa sono le terapie di neuromodulazione?
Sempre più informati sulle loro malattie e alla ricerca delle cure innovative, i pazienti che contattano il nostro Istituto ci chiedono se effettuiamo ― per dirlo con le loro parole ― "magneto-terapia" o "cura con le stimolazioni". Nonostante il nome Terapie di Neuromodulazione non sia ancora molto diffuso nella popolazione generale, esse rappresentano un insieme di tecniche diagnostiche e terapeutiche che sfruttano diverse modalità di stimolazione in grado di attraversare lo scalpo e il cranio della persona che le riceve promuovendo processi di plasticità neuronale, favorendo quindi la replicazione di nuovi neuroni e la creazione di nuove connessioni (sinapsi) fra di essi.
La stimolazione cerebrale tramite impulsi magnetici rappresenta una metodica già largamente in uso fin dagli anni '80 all'interno di ospedali e strutture ambulatoriali a fini diagnostici. Il primo a introdurla in questi contesti fu Anthony Barker (Università di Sheffield, UK), che nel 1985 introdusse questa tecnica come strumento non-invasivo ad uso clinico (Barker et al., 1985). A partire da questi anni, l’utilizzo di questa modalità di stimolazione è andato poi diffondendosi sempre più all'interno del campo della neurologia, della neurofisiologia clinica e della psichiatria sia a scopi di ricerca che con finalità più strettamente cliniche (George e Bellmaker, 2000).
Tra le varie terapie di neuromodulazione, la tecnica senz'altro più nota è costituita dalla Stimolazione Magnetica Transcranica (TMS), utilizzata dall’Istituto di Neuroscienze fin dal 2005 insieme alla Stimolazione Transcranica a Corrente Diretta (tDCS).
Terapie di neuromodulazione dal 2005
Il Prof. Stefano Pallanti utilizza le Terapie di Neuromodulazione (in particolare TMS e tDCS) dal 2005. Negli ultimi 15 anni, numerosi studi di follow-up clinici ne hanno dimostrato l’efficacia, così come pubblicato su PubMed: un motore di ricerca di letteratura scientifica biomedica, prodotto dal National Center for Biotechnology Information (NCBI) presso la National Library of Medicine (NLM) dei National Institutes of Health (NIH) degli Stati Uniti dal 1949.
In Italia solo da pochi anni sono stati avviati i primi centri clinici per l'utilizzo della TMS nel trattamento dei disturbi neuropsichiatrici.
Nel 2008 la TMS ha ottenuto l’approvazione della Food and Drug Administration negli USA per il trattamento della Depressione Resistente e nel 2018 per il trattamento del Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC). Attualmente, sono in atto importanti studi clinici nell’ambito di diverse discipline e in diverse condizioni; per questo motivo, ci sono sempre più evidenze cliniche riguardo l’efficacia della TMS e delle Terapie di Neuromodulazione.
Neuroplasticità: la scienza alla base delle Terapie di Neuromodulazione
Rita Levi Montalcini, Premio Nobel nel 1986 per la scoperta del Nerve Growth Factor (fattore di crescita neuronale), ha aperto la strada agli studi sulla possibilità per le cellule nervose di differenziarsi e replicarsi, introducendo il concetto di Neuroplasticità.
Nel 2000, Eric Kandel, Arvid Carlsson e Paul Greengard hanno vinto il Premio Nobel per la Fisiologia e la Medicina per i loro studi sulla plasticità sinaptica; grazie ad essi diviene ancor più chiaro come il cervello sia un organo estremamente plastico e pertanto in continuo rimodellamento.
Per "Neuroplasticità" si intende la capacità del nostro cervello di cambiare la propria struttura ed il proprio funzionamento in modo permanente, permettendo l’evoluzione di cellule staminali in neuroni e la creazione di nuove sinapsi neuronali durante l’intero arco della vita. Da questo presupposto ha inizio l’interesse per tutto ciò che, oltre alle medicine, può sviluppare e favorire questa meravigliosa Neuroplasticità.
Secondo questa scoperta, molte malattie del sistema nervoso sono il risultato di uno scompenso tra agenti stressanti prevalentemente infiammatori che aggrediscono alcune strutture (sulla base della vulnerabilità individuale che si fonda sulla predisposizione genetica) e fattori di Neuroplasticità.
In cosa consiste nella pratica il trattamento?
Le terapie di Neuromodulazione utilizzano stimoli fisici, magnetici, elettrici e luminosi che agiscono stimolando le strutture implicate nella Neurogenesi, ovvero il processo di formazione di nuove cellule nervose, aumentando la plasticità neuronale e la creazione di nuove connessioni (sinapsi). In alcuni casi, queste terapie sono anche in grado di migliorare la reazione infiammatoria e cicatriziale delle cellule gliali di sostegno.
Queste terapie rappresentano un’alternativa vantaggiosa alle cure mediche: la TMS è infatti indicata dalle linee guida internazionali, incluse quelle della Società Americana di Psichiatria (APA – American Psychiatry Association) come trattamento nei casi di risposta insoddisfacente ai trattamenti farmacologici.
Diverse tecniche di Neuromodulazione possono essere combinate tra di loro ed associate ad ulteriori terapie mediche e psicologiche.
Tipi di Terapie di Neuromodulazione
Presso il nostro Istituto, offriamo molteplici tipologie di Terapie di Neuromodulazione, applicate in modo personalizzato all'interno di molteplici percorsi di cura:
― Stimolazione Magnetica Transcranica Ripetitiva (rTMS);
― Stimolazione Magnetica Transcranica Theta-Burst (TBS);
― Multi-session Theta-Burst TMS (SNT);
― Stimolazione Magnetica Transcranica Profonda (Deep TMS);
― Stimolazione Transcranica a Corrente Diretta Continua (tDCS);
― Photo-Bio-Modulation (PBM);
― Neurofeedback;
― Stimolazione Nervo Vago (VNS);
― Light Therapy;
― Pulsating Electrostatic Field Therapy (PESF).
Stimolazione magnetica Transcranica (TMS)
Le Terapie di Neuromodulazione del Prof. Stefano Pallanti, e Oltre
Nell’anno 2005 il Prof. Pallanti ha iniziato l’impiego delle terapie di Neuromodulazione, utilizzando i metodi della Stimolazione Magnetica Transcranica, rTMS e della Stimolazione Transcranica a Corrente Diretta Continua (tDCS), che si aggiungono alla Terapia della Luce (Light Therapy) e alla Pulsating Electrostatic Field Therapy (PESF).
All’epoca c’erano pochi centri al mondo dove operavano queste terapie, malgrado ci fossero già ricerche e studi molto convincenti.
Pensare che la Stanford University in California – che è uno dei maggiori centri mondiali dedicati alla medicina insieme alla Harvard University – ha iniziato ad utilizzare la TMS solo nel 2016, 11 anni dopo il Prof. Pallanti. Proprio le sue competenze riguardo alla TMS hanno fatto sì che il Prof. Pallanti fosse richiesto alla Stanford University dove gli è stato conferito un incarico di Full Professor e di “TMS consultant” per la formazione dei loro medici. Infatti, il Prof. Pallanti è considerato un esperto mondiale di Stimolazione Magnetica Transcranica (TMS) e di altre Terapie di Neuromodulazione: è fondatore e membro della Clinical TMS Society e detiene la presidenza del Network Europeo per la Neuromodulazione presso l'European College of Neuropsychopharmacology (ECNP).
Mentre altri in Italia e nel mondo cominciano soltanto adesso ad utilizzare la TMS, l’Istituto di Neuroscienze va ancora oltre, iniziando dal 2019 ad offrire altre terapie di avanguardia: la Foto-Bio-Modulazione e la Stimolazione del Nervo Vago non invasiva, che viene utilizzata sia da sola che in combinazione con altre terapie con ottimi risultati.
L’Istituto di Neuroscienze è un centro che attira pazienti provenienti da diverse parte del mondo, tra cui Germania, Inghilterra, USA, Svizzera, Libano, Russia, Emirati Arabi, Australia. Arrivano sempre più persone che hanno girato letteralmente il mondo alla ricerca delle cure migliori.
Il Prof. Pallanti ora è già al lavoro su un’altra innovazione: la Psichiatria di Precisione, cioè la applicazione della genetica alla cura. Quando si parla di Medicina di Precisione, si intende ogni terapia personalizzata che faccia riferimento alle caratteristiche individuali di un determinato soggetto; in primo luogo le caratteristiche genetiche e metaboliche. Si giunge cosi al circuito target della stimolazione più importante, al farmaco più efficace, il sistema di metabolismo che interferisce nel consentire la dose efficace di cura.
Su questi aspetti consigliamo di sfogliare la rivista Firenze Neuroscienze n.4 disponibile sul nostro Sito Web.
Aree terapeutiche
Le aree terapeutiche in cui le terapie di neuromodulazione hanno dimostrato scientificamente la loro utilità:
― Riabilitazioni e cure di disturbi post COVID-19;
― Pazienti farmaco-resistenti;
― Pazienti che devono evitare i farmaci (insufficienza epatica, renale);
― Pazienti con disturbi metabolici;
― Pazienti candidati a ECT o resistenti a ECT;
― Traumi sportivi;
― Miglioramento delle prestazioni per gli sportivi;
In psichiatria:
― Depressione;
― Disturbi dell’Umore e Disturbo Bipolare;
― Autismo;
― Psicosi;
― Sintomi negativi nella schizofrenia;
― Allucinazioni uditive;
― Disturbo Ossessivo-Compulsivo;
― Tricotillomania, Dermatillomania;
― Dipendenze comportamentali (Gambling);
― Dipendenze da Sostanze (Alcol – Cocaina – Tabacco);
― Pazienti di Psichiatria Riproduttiva (donne in gravidanza, depressione post-partum, fecondazione assistita);
― Diabete;
― Disturbi durante la gravidanza medicalmente assistita;
― Disturbi di gravidanza e post-partum.
In Neurologia:
― Riabilitazione cognitiva;
― Riabilitazione post-stroke o trauma cranico;
― Disturbi della deglutizione post-stroke;
― Dolore, incluse le cefalee;
― Parkinson;
― Tinnito (Acufene).
Disturbi del peso e della Nutrizione:
― Craving dei glucidi (fame di carboidrati);
― Obesità e Binge Eating;
― Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA).
Come si svolgono le sedute
La durata del singolo trattamento può variare a seconda della specifica terapia e può andare da pochi minuti fino a poco meno di un’ora.
È necessario rimanere svegli durante la stimolazione ed è possibile leggere e parlare.
L’operatore/medico rivolge alcune semplici domande sull’andamento quotidiano riguardo:
― Attività svolte nella giornata, riposo, alimentazione;
― Stato d’animo soggettivo ed andamento dei sintomi;
― Farmacoterapia, al fine di monitorare ogni eventuale modifica o variazione;
― Assunzione di alcool e/o sostanze: sostanze come alcool, marijuana e cocaina possono interferire con la terapia e produrre una variazione dei parametri di stimolazione.
Procedure di terapia
Le sedute vengono effettuate tutti i giorni per una o più sedute al giorno, salvo indicazioni particolari. La durata minima della terapia deve essere maggiore di 20 sedute, ma di regola più ne vengono effettuate, meglio è. Negli USA il primo ciclo di trattamento dura non meno di 40-50 sedute.
Le sedute si svolgono in regime ambulatoriale sotto costante supervisione. Infatti, l’obiettivo è quello di stimolare il paziente ad adottare un atteggiamento attivo affinché metta a disposizione di sé stesso ogni risorsa utile al cambiamento, punto cardine di qualsiasi terapia.
Gli effetti benefici potrebbero non essere immediati: questo dipende da persona a persona.
Al termine del ciclo iniziale si valuta l’utilità di prolungare ulteriormente il trattamento. Se gli effetti benefici si evidenziano verso la termine del ciclo concordato, sicuramente è suggeribile prolungare il periodo di trattamento per consolidarne l’effetto.
È necessario stabilire le visite di rivalutazione e richiamo: fondamentali per consolidare gli effetti ottenuti durante il primo ciclo e ridurre il rischio di ricadute future.
Visite di rivalutazione e richiamo
La sola scomparsa/diminuzione del sintomo non coincide con la scomparsa della malattia.
Anche dopo la scomparsa o la diminuzione del sintomo il disturbo del circuito cerebrale può rimanere. Se si smettono le terapie, farmacologiche o di Neuromodulazione, il sintomo ricompare magari in una forma diversa dal primo (ricaduta). A quel punto sarà più difficile e si impiegherà più tempo per ritornare a stare meglio.
Per non avere le ricadute è importante programmare regolarmente delle sessioni di trattamento di richiamo, che generalmente sono effettuate a breve distanza dalla fine del primo ciclo e consistono in alcuni giorni consecutivi di trattamento.
La durata delle visite di rivalutazione non si può stabilire a priori ma dipende dalla sintomatologia del paziente, dagli effetti raggiunti nel primo ciclo di trattamento e da eventuali comorbilità che possono rendere più complesso il quadro clinico, aumentando di conseguenza il tasso di incidenza delle recidive.
Il protocollo, nonché il tipo di terapia di Neuromodulazione (così come altre terapie in atto) possono andare incontro a modifiche, al fine di adeguarsi al meglio ai cambiamenti delle condizioni cliniche e metaboliche di ciascuno. Ecco perché le cure hanno validità 2 mesi, dopodichè, devono essere rivalutate: non si può andare avanti con le medesime cure oltre due mesi, salvo diverse indicazioni del medico.