Wellness
Le discipline della neurologia e della psichiatria possono essere applicate anche in ambiti molto diversi dalla cura delle patologie. Le conoscenze neuroscientifiche trovano ampio spazio di applicazione anche nel campo della promozione della salute.
Presso l'Istituto di Neuroscienze offriamo programmi di intervento dedicati anche a persone che vogliono migliorare il proprio stato di benessere e le proprie prestazioni cognitive e sportive.
Le discipline della neurologia e della psichiatria possono essere applicate anche in ambiti molto diversi dalla cura delle patologie. Le conoscenze neuroscientifiche trovano ampio spazio di applicazione anche nel campo della promozione della salute.
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Fitness Cognitiva - La Nuova Frontiera del Fitness
L’attenzione e il controllo del proprio funzionamento: il segreto per ottenere una migliore prestazione sportiva
In psicologia dello Sport, è noto come determinate skills psicologiche allenate tramite esercizi mirati alla fitness cognitiva siano in grado di influenzare le performance fisiche. Tramite l'allenamento della Fitness Cognitiva è possibile preparare corpo e mente per una performance eccezionale.
Oggi sappiamo che la prestazione può essere migliorata lavorando direttamente sul cervello tramite l'utilizzo di stimoli adeguati e che è possibile far lavorare il cervello attraverso l’impegno in specifiche attività fisiche. Tramite l'utilizzo di specifiche tecniche di Neuromodulazione come la TMS (Stimolazione Magnetica Transcranica), la PBM (Photo-Bio-Modulation) e la tDCS (Stimolazione Transcranica a Corrente Diretta) applicate con specifiche frequenze, intensità e localizzazioni si è in grado di “far muovere” il cervello anche quando l’attività fisica sia limitata per fattori di età o di invalidità temporanea.
Prima di tutto è necessario rendere consapevole la persona dell'impegno mentale e, al tempo stesso, liberare le energie per l'impegno muscolare che viene richiesto. Possiamo poi associare tecniche di monitoraggio come il Neurofeedback, che registra l'attività del cervello mentre il soggetto è impegnato in esercizi che richiedano concentrazione e attenzione. Il Neurofeedback mostra al soggetto il grado di attenzione utilizzato dal cervello durante l’esercizio, guidandolo verso il miglioramento della propria prestazione attentiva. In questo modo, è possibile registrare il funzionamento del cervello quando nelle sue condizioni ottimali, rendendo possibile al soggetto stesso cercare di riprodurre successivamente in autonomia la condizione che gli consenta la miglior prestazione possibile. Tramite la stessa tecnologia si possono anche monitorare le “sorgenti della fatica mentale” e agire su queste riducendone gli effetti negativi attraverso le tecniche solitamente usate per la cura dei disturbi del comportamento, "curando" quindi la fatica mentale come fosse un disturbo.
Secondo lo stesso principio, è possibile utilizzare la PBM (Photo-Bio-Modulation) per ridurre la fatica muscolare, ma anche per ridurre i rischi degli effetti negativi che le concussioni possono produrre sul cervello negli sport di contatto come pugilato, calcio, football americano e rugby. La PBM ha infatti dimostrato di favorire i processi di riparazione vascolare, ridurre l'infiammazione associata ai danni microvascolari e favorire la plasticità delle cellule neuronali, riducendo anche l’attivazione infiammatoria della sostanza di sostegno dei neuroni: la glia.
Si tratta, quindi, di una nuova visione che riesce a oltrepassare la sola componente mentale o psicologica alla base del gesto sportivo, introducendoci nel mondo delle NEUROSCIENZE DELLO SPORT. Nelle olimpiadi più recenti si è potuto osservare un gran parlare non solo di Mental Coach e Mental Fitness, ma anche dei disturbi mentali. Tramite l'applicazione delle Neuroscienze al campo sportivo possiamo invece iniziare a considerare i circuiti cerebrali che sono il vero “motore” del gesto atletico e ci consentono quindi di usare al meglio il cervello per ottenere la migliore prestazione possibile. Conosciamo quali sono le strutture interessate nel modulare il gesto sportivo, conosciamo anche come farle lavorare; è quindi giunto il momento di applicare le neuroscienze allo sport.
Stiamo finalmente superando una grande barriera: quella dello stigma che avvolge le discipline della neurologia e della psichiatria, che se riguarda la società nel suo insieme e che nell'ambito dello sport è oggi forse ancora più sentita.