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Psichiatria
- 02 gennaio 2020

Come si utilizzano i farmaci

La scelta di una corretta terapia farmacologica costituisce un processo complesso che ha come obiettivo la scomparsa dei sintomi, ma anche il miglioramento e l'allungamento della vita dell'individuo.

Per raggiungere questi obiettivi, è necessario un percorso di adattamento sequenziale della terapia sulla base delle caratteristiche uniche e specifiche della persona in trattamento. Il segreto per una terapia farmacologica efficace è la personalizzazione della cura.

Termini come “psicofarmaci”, “malattie mentali” oppure “disturbi psicosomatici” vengono intesi spesso in maniera fuorviante, immaginando che, al di fuori del nostro corpo, sia presente una nuvola chiamata “mente” o “psiche”.

I disturbi psichiatrici sono causati da disfunzioni dell’organismo (cervello, intestino, cuore, sistema immunologico, sistema metabolico) nello specifico contesto ambientale.

I sintomi non bastano

Non esiste una corrispondenza uno-a-uno tra il sintomo e la causa. Quindi, non esiste la corrispondenza uno-a-uno tra il sintomo ed un farmaco.

Con il recente sviluppo della psichiatria clinica, si distingue tra farmaci per la cura dei sintomi e cure che modificano e riducono la vulnerabilità alla malattia.

A questo punto abbiamo capito che il medico deve scegliere il farmaco che agisce sullo specifico circuito cerebrale compromesso: i sintomi servono per orientarsi ma devono essere tradotti ed interpretati: oggi questo tipo di approccio alla clinica viene detto traslazionale.

I dati scientifici hanno documentato che una nuova cura che ha dimostrato la propria efficacia per il trattamento di un disturbo impiega circa 17 anni prima che le Agenzie Amministrative dei diversi paesi lo includano nelle proprie linee guida.

Per questo capita che alcuni pazienti debbano assumere farmaci off-label: significa che i loro sintomi o la loro diagnosi non sono tra quelli già approvati ed indicati nel foglio illustrativo del farmaco scelto.

I farmaci per la cura della depressione vengono oggi spesso combinati, ma questo non deve avvenire semplicemente facendo corrispondere alla somma dei sintomi la somma dei farmaci. Particolarmente negli anziani, le interazioni e gli effetti collaterali divengono incalcolabili ed è necessario togliere farmaci anziché incrementarli.

È necessario ricordare che il fine della cura è il miglioramento e l’allungamento della vita, e non la sola scomparsa dei sintomi di una malattia. Non sempre i due obbiettivi coincidono.

Dose Minima Terapeutica

Dopo la scelta dei giusti farmaci, è importante individualizzare il raggiungimento della dose minima terapeutica, che andrà definita in maniera specifica per ogni persona. Le linee guida, su questo aspetto, non riportano dati validi per ogni soggetto.

Conosciamo il fatto che esistano innumerevoli variabili che determinano variazioni del metabolismo all’assunzione di un determinato farmaco: non potendo sempre eseguire un dosaggio dei livelli di assorbimento del farmaco nel sangue, solo l’attenzione a quanto il paziente ci riferisce viene interpretato dal medico in maniera da consentirgli di individuare la cura veramente giusta.

Ogni persona risponde in una maniera specifica ad ogni farmaco

Se il medicinale non raggiunge la dose minima terapeutica non solo non funziona, ma potrebbe rendere la persona intollerante a quella medicina, il che implica il soggetto non potrà più assumerla, anche se sarebbe risultata essere quella giusta con un diverso dosaggio.

Mentre il Sistema Sanitario è ancora bloccato dal leviatano istituzionale delle linee guida e dei trattamenti standardizzati, la medicina e la psichiatria moderne propongono un approccio personalizzato oltre le linee guida.

Ecco perché, oltre a fornire ogni informazione utile sugli effetti dei nuovi medicinali, quando sia possibile il Prof. Pallanti preferisce che il paziente non sia lasciato da solo a sperimentare gli effetti di una cura ma che questa avvenga nella cornice di assistenza del Day-center.

Il Professore cerca, con un metodo convalidato dalle sue esperienze, di arrivare alla personalizzazione della cura che sia la minima sufficiente a correggere il disturbo e non oltre.

La dose è fondamentale perché in alcuni casi una dose diversa dello stesso farmaco corrisponde ad un diverso funzionamento dello stesso principio: oggi, infatti, tali farmaci si definiscono come multifunzionali.

In questi casi potremmo dire che ci troviamo di fronte a diversi farmaci nella stessa molecola, se impiegata utilizzando dosaggi diversi. È un’arte, misurata.

Frequentemente i pazienti con disturbi psichiatrici hanno più comorbidità: per esempio chi ha dei comportamenti compulsivi come la Tricotillomania potrebbe avere anche ansia, depressione, disturbo del sonno e altro. Questi disturbi spesso vanno avanti da tempo.

Non si può curare tutto in un’unica soluzione, quindi si procede a tappe: si stabiliscono delle priorità e una gerarchia degli obiettivi.

Normalmente il primo bersaglio é quello legato al disturbo più invalidante: migliorato quello si va avanti curando altri aspetti.

Adattamento sequenziale delle terapie

Ogni terapia, farmacologica o di Neuromodulazione, potrà avere un adattamento sequenziale, ovvero avere obiettivi diversi, o addirittura essere pensata per diagnosi diverse.

Per fare un esempio: il paziente giunge in un grave stato d’ansia – che diviene l’obbiettivo primario dell’inizio della cura – poi emerge un fondo di depressione dell’umore che ha facilitato l'insorgenza della sintomatologia ansiosa. La cura viene modificata e infine, quando i sintomi ansiosi e depressivi sono stati eliminati, magari emergeranno problemi di attenzione e concentrazione: di nuovo la cura dovrà cambiare bersaglio.

Durata della Cura

Perché si deve continuare a prendere i farmaci o fare le cure di follow-up con i macchinari se le condizioni sono migliorate?

Perché si deve fare la visita di controllo assai frequentemente se la cura sta funzionando?

Perché sappiamo che sotto ogni disturbo c’è una vulnerabilità del sistema che soltanto mantenendo una adeguata protezione nel tempo, potrà essere controllata ed anche annullata.

La comparsa degli effetti terapeutici varia da persona a persona: in alcuni casi si osserva un miglioramento dopo pochi giorni, ma a volte invece possono volerci anche dei mesi. Le terapie efficaci modificano il funzionamento dei circuiti cerebrali che mal funzionano, ma anche dopo la comparsa degli effetti terapeutici servono al necessario mantenimento di ciò che viene ripristinato.

Il cervello è un organo plastico e il medicinale gli consentirà di adattarsi al meglio, di usare bene la sua plasticità: ma perché questo possa avvenire senza che i sintomi si ripresentino, si dovrà proseguire e bilanciare la posologia a seconda delle circostanze e dell’ambiente.

In questo modo si potranno evitare o almeno ridurre al minino il rischio e la gravità delle ricadute perché in quel caso ci vorrebbe molto più tempo e uno sforzo maggiore per ripristinare la disfunzione.

Le terapie dell'Istituto di Neuroscienze

Le terapie di neuromodulazione

Le terapie di neuromodulazione rappresentano un'alternativa vantaggiosa alle cure mediche tradizionali perché possono essere combinate tra di loro e associate a ulteriori terapie mediche e psicologiche allo scopo di ottenere un trattamento altamente personalizzato.

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Dieta e Nutrizione

Negli ultimi anni, lo studio approfondito del microbiota intestinale ha rivelato il suo coinvolgimento nella traduzione di ciò che mangiamo nelle molecole-messaggere per il nostro cervello, evidenziando la forte correlazione esistente tra l'alimentazione e il nostro stato di benessere.

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Grazie alla loro elevata efficacia nei confronti del trattamento della depressione resistente alle cure, Ketamina ed Esketamina sono considerate un salvavita per le persone che soffrono di questa condizione. Si tratta di farmaci in grado di ottenere con grande velocità una significativa riduzione dei sintomi della depressione e dell'ideazione suicidaria.

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Luce Terapia

La Luce Terapia utilizza l'esposizione a luce brillante in grado di riequilibrare il bilanciamento tra melatonina e serotonina attraverso la stimolazione del nervo ottico, regolarizzando i ritmi circadiani sonno-veglia, migliorando l’umore, l’appetito e la qualità del sonno.

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Terapia Endovenosa Infusionale (IV Therapy)

Per la cura della Depressione, del Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC), dell'Ansia, dei Disturbi Cognitivi e dei casi di resistenza farmacologica. Rispetto alle terapie tradizionali consente una maggiore tollerabilità, minori effetti collaterali e un tempo di risposta generalmente più breve.

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