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Terapie
- 17 agosto 2020

Stimolazione Magnetica Transcranica (TMS)

La TMS è una tecnica di neuromodulazione non invasiva sempre più utilizzata per il trattamento di una varietà di disturbi neurologici e psichiatrici.

Scopri cos'è la TMS, come funziona e quali sono le sue applicazioni.

Descrizione e Storia della TMS

La Stimolazione Magnetica Transcranica (TMS) è una tecnica di neuromodulazione non invasiva che utilizza un campo magnetico per stimolare o inibire specifiche aree del cervello.

La TMS è stata originariamente sviluppata negli anni '80 come tecnica diagnostica per studiare le funzioni cerebrali. In quegli anni, la TMS veniva largamente utilizzata negli ospedali e nelle strutture ambulatoriali a scopi diagnostici. Fu solo nel 1985, grazie al contributo di Anthony Barker (Università di Sheffield, UK), che si iniziarono a scoprire le potenzialità rivoluzionarie di questa tecnica se utilizzata a scopo clinico (Barker et al., 1985).

Negli ultimi decenni, la ricerca sulla TMS si è rivelata particolarmente florida ed essa è stata pertanto utilizzata sempre di più come metodo di trattamento per una numerosa varietà di disturbi neurologici e psichiatrici, tra cui la Depressione, il Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC) e le Dipendenze.

Purtroppo, in Italia i centri specializzati nella TMS hanno cominciato a emergere solamente negli ultimi anni. Al contrario, il Prof. Stefano Pallanti utilizza le Terapie di Neuromodulazione fin dal 2005 ― in particolare la TMS (Stimolazione Magnetica Transcranica) e la tDCS (Stimolazione Transcranica a Corrente Continua) ― dimostrandosi un vero e proprio pioniere in questo campo.

Come funziona la TMS?

La Stimolazione Magnetica Transcranica (TMS) si basa sul principio dell'induzione elettromagnetica. Una bobina genera un impulso magnetico che viene indirizzato attraverso il cranio del paziente fino a specifiche regioni di corteccia cerebrale. Una volta raggiunto il cervello della persona, questo impulso è in grado di generare una corrente elettrica che stimola o inibisce l'attività neuronale all'interno della regione cerebrale di interesse.

Grazie a questa modalità di stimolazione, la TMS favorisce il processo di formazione di nuove cellule nervose nel cervello (neurogenesi), promuovendo al tempo stesso la plasticità neuronale, la replicazione delle cellule neuronali, nonché la creazione di nuove connessioni sinaptiche tra di esse.

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Applicazioni cliniche della TMS

Negli ultimi decenni, l'uso della Stimolazione Magnetica Transcranica (TMS) si è diffuso ampiamente nei settori della neurologia, neurofisiologia clinica e psichiatria, sia a scopo di ricerca che con finalità clinico-terapeutiche.

Nel 2008, la TMS ha ricevuto l'approvazione della Food and Drug Administration (FDA) negli Stati Uniti per il trattamento della Depressione Resistente, seguita nel 2018 dall'approvazione da parte dello stesso ente per il trattamento del Disturbo Ossessivo-Compulsivo. Attualmente, sono in corso ampi studi clinici nell'ambito di diverse discipline e per diverse condizioni, contribuendo a fornire sempre più evidenze cliniche riguardo l'efficacia della TMS.

Attualmente, la TMS è ampiamente utilizzata per il trattamento di una numerosa varietà di disturbi, tra cui:

Efficacia e Sicurezza della TMS

Un gran numero di risultati clinici positivi accumulati in questi ultimi decenni di ricerca hanno ampiamente dimostrato l'efficacia della Stimolazione Magnetica Transcranica (TMS) nel trattamento di una serie di disturbi, come evidenziato in pubblicazioni su PubMed ― un importante motore di ricerca per la letteratura scientifica biomedica gestito dal National Center for Biotechnology Information (NCBI) dei National Institutes of Health (NIH) degli Stati Uniti fin dal 1949.

In particolare, la TMS si è dimostrata molto efficace nel trattamento della depressione resistente ai farmaci, con una percentuale di risposta che può arrivare ad essere superiore all'80%.

Inoltre, dal punto di vista del suo profilo di sicurezza, la TMS è generalmente considerata una procedura altamente sicura, in quanto gli effetti collaterali più comuni sono di carattere solo lieve e transitorio (per esempio, un lieve mal di testa).

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